Valsesia – Siamo nel comune di Scopa, al Ponte di Scopetta: appunti sulle specie presenti attorno al Ponte (il noto Ponte dei Dinelli) prima della piena della Sesia dell’ottobre 2020.
In StorieNaturali si trovano riferimenti alla zona qui presa in esame. Altri articoli ne mostrano le attrattive: spiaggia, relax, posta ciclabile, sport d’acqua. Chi fosse interessato alla storia geologica del territorio valsesiano troverà inoltre informazioni sul Supervulcano della Valsesia.
In questo articolo: una galleria fotografica per ricordare le forme di vita intorno al ponte prima della disastrosa alluvione dell’ottobre 2020. La piena, in effetti, spazzò via piante e animali.
Foto a lato – Tra le rocce e gli arbusti, una delle pozze alimentate dall’acqua piovana.
Foto sotto – Il ruscello che, dalla zona umida intorno al campeggio dei Dinelli attraversa la strada provinciale. Scorrendo tra prati e alberi, il modesto corso d’acqua incontra un affluente e si getta infine nella Sesia. Lungo le sponde, verso la Sesia si sentivano i profumi della menta…
Tra le sponde
Foto in alto – L’arbusto (Buddleja davidii), specie alloctona nota come “pianta delle farfalle” per i suoi fiori gonfi di nettate. Oltre alle farfalle, i profumi e le riserve alimentari che la pianta produce attirano miriadi di insetti, api mellifere comprese; colonizzava le sponde e i ghiaioni. Nell’inserto circolare: Papilio machaon.
Foto a lato – Boccioli della “Mora del Giappone“, un rovo dalle spine deboli arrivato dall’Oriente fino alle sponde della Sesia: cresce accanto ai rovi autoctoni…
Vai a La piena
Buddleja, Mora del Giappone e Reynutria. Se ne parla in un articolo già pubblicato. Altri sono in gestazione.
Vai a Lungo la pista ciclabile
Foto sotto – Una foraggera (Veccia): cresceva accanto alla Reynutria japonica, una specie alloctona. Sullo sfondo la rampa di accesso al ponte con il cartello giallo che segnalava il tracciato della pista ciclabile. La forza dell’acqua travolse le parti in legno e – come mostra la foto conclusiva – si portò via il pannello che illustrava la natura delle rocce.
Pozze e dintorni
Prima della piena, sulle ghiaie tra le sabbie e le pozze crescevano gli arbusti, sulla sabbia fiorivano le saponarie e i verbaschi, le pietre erano ricoperte dal timo. Parecchi piccoli alberi – veri e propri bonsai naturali – insinuavano le loro radici nelle crepe delle rocce, le sponde dei ruscelli erano una vetrina della vita tra il mondo sommerso e la terra, un rifugio per le specie che – nate nell’acqua senza dover sfidare la forza della corrente – dopo varie metamorfosi la lasciano per tornare a vivere tra la vegetazione delle sponde. Alla fine di marzo già si notavano le prime uova di rana, poi i girini che ne nascevano andavano via via calando di numero: segno evidente della presenza di predatori molto attivi. Tra questi, i ditischi e le larve delle libellule. Tra l’acqua e la terra oltre agli insetti e agli anfibi era inoltre possibile osservare il microcosmo dei ragni, dei rettili, degli uccelli e dei piccoli mammiferi.
Vai a Appunti di primavera
Intorno a questo mondo in perenne crescita e movimento troviamo gli alberi delle sponde: tigli e ontani. Al di là degli aspetti ricreativi e sportivi il ponte dei Dinelli ha dato e darà ancora spunti per nuove osservazioni: tra le crepe delle rocce, ad esempio, sono rimasti alcuni alberelli, ricompaiono muschi, felci ed erbe.
Siamo sulla Linea Insubrica. La foto sotto porta ai resti del cartello e a parte del testo esplicativo sulla storia geologica del luogo: è stato ritagliato da una foto scattata prima della piena dell’ottobre 2020. Ora, tra le rocce e i ciottoli nelle pozze tornate tranquille nuotano alcuni girini; sono tornati degli insetti, ma le risorse alimentari sono ancora scarse: le piante d’acqua stentano ad insediarsi…
Un paradiso naturalistico in ricostruzione
Come sempre avviene, lungo il greto dei fiumi di media montagna tra i ciottoli arrivati dalle quote più elevate si possono rinvenire le forme di vita “resilienti” e quelle abbandonate dalla corrente: compenseranno quelle trascinate a valle.
Come e quando le pozze e le sponde della Sesia torneranno a popolarsi lo vedremo in altri articoli…
Testo e foto: Franco Gray (all’anagrafe. Franco Bertola)
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