Schizzo

Una proposta per risalire il corso del torrente Magiaiga. (Da un disegno dell’Ente Parco del Monte Fenera)

Dalla strada per la Frazione Ara a “Cava Colombino”

Ponte della Ferrovia e strada per Ara

L’imbocco della carrozzabile che, tra Grignasco e Borgosesia, porta alla Frazione Ara. (Foto: Franco Gray)

La risalita del torrente Magiaiga per la località “Cave Colombino”  inizia sulla carrozzabile che da Grignasco raggiunge  Borgosesia, nel punto in cui la strada che  porta alla frazione Ara passa sotto il ponte della ferrovia. Oltre la costruzione – nota come “Molino Jannetti” – una comoda pista di terra  battuta costeggia per un breve tratto la sponda destra del torrente, poi lo scavalca.  Superato a piedi il ponticello, si raggiunge la Cava Colombino, uno dei siti da cui si estraevano le rocce carbonatiche del Monte Fenera.

Aspetti della località Mulino Jannetti.

 Primi di maggio. Aspetti della località Molino Jannetti. A sinistra il ponte della ferrovia che, mentre supera il torrente Magiaiga, incrocia i binari della linea vecchia ferrata che, un tempo, portava il pietrisco ricavato da Cava Colombino alla stazione ferroviaria di Grignasco. Al centro un particolare dell’ex opificio, ora destinato ad uffici. A destra il ponticello che attraversa il torrente e porta alle vecchie cave… (Foto: Franco Gray)

Foto d'epoca della località "Molino Jannetti"

Una foto d’epoca. In primo piano a sinistra il “Molino Jannetti”: è visibile una macina in pietra addossata alla parete. Subito dopo, un tratto della ferrovia che tuttora da Grignasco porta a Varallo. Sullo sfondo il “Ponte della Ferrovia” che, dalla Cartiera di Serravalle, valicando il fiume Sesia raggiungeva la stazione di Grignasco: vi transitavano i vagoni carichi di carta. Il ponte andò distrutto durante una alluvione nel novembre del 1968.

 

Il Fenera e  le attività estrattive

Lavoro alla cava Antoniotti

Testimonianze delle attività estrattive del passato sui fianchi del Monte Fenera: la Cava Antoniotti

Minatore e scouts

Un gruppo di scouts in visita ad una cava. La foto risale ai primi anni del Dopoguerra.

 

Costruzioni abbandonata alla Cava Colombino

Inverno 2013. Sponda sinistra del torrente Magiaiga, le tramogge di carico della Cava Colombino ormai invase dalla vegetazione pioniera (Foto: Franco Gray)

Durante l’ultima guerra…

Durante l’ultima guerra le  sponde del torrente Magiaga – e in particolare le località Mulino Jannetti  e Cava Colombino  – videro storie che meritano di essere ricordate: tra queste l’avventura  di un gruppo di prigionieri delle Forze Alleate, tutti di lingua inglese. Ecco una sintetica cronologia degli eventi.

Tra il 10 ed il 12 giugno 1943 giunsero da Alessandria 50 prigionieri di guerra inglesi. Alloggiati al mulino Jannetti, furono mandati  a lavorare nella cava Colombino. La loro mansione principale era quella di caricare di pietrisco  i vagoncini di un trenino Decauville: erano sorvegliati da un tenente, da un sergente, da  un caporale e da 22 soldati italiani. Le sorti della guerra volgevano però a favore degli Alleati, per cui l’otto settembre di quello stesso anno il governo italiano “ riconosciuta l’impossibilità di continuare  l’impari  lotta”  chiedeva   l’Armistizio e ordinava la cessazione delle ostilità contro le Forze Anglo-americane. La notizia della firma dell’Armistizio per Grignasco fu un giorno di festa: la popolazione era convinta che la guerra fosse finalmente finita.

La realtà fu ben diversa. Immediatamente iniziò da parte delle forze armate tedesche l’occupazione degli obbiettivi militari e civili con requisizioni,  arresti,  deportazioni e fucilazioni. L’esercito italiano, lasciato senza disposizioni operative, rapidamente si dissolse. Dove fu possibile i militari sbandati furono aiutati dalla popolazione civile, ma per gli altri ci fu l’internamento nei Lager. Per gli inglesi che lavoravano alla Cava Colombino il pericolo di essere catturati e deportati si faceva di ora in ora sempre più reale, tanto che anche i militari italiani addetti alla loro custodia si affrettarono a prendere contatto con Il CLN di Grignasco.  L’atmosfera si fece ancora più inquieta non appena si seppe che le armate tedesche stavano entrando in Borgomanero: era necessario evacuare i prigionieri prima che cadessero nelle mani degli ex-alleati! Il comandante del campo convocò Emilio Geddo, un antifascista: questi, per  nasconderli, li trasferì nella Frazione  Colma di Valduggia. Lì, l’11 settembre un carabiniere portò un messaggio del comandante di reggimento che ordinava ai soldati italiani di lasciare liberi i prigionieri, di riconsegnare le armi e di sciogliere il reparto.  Così venne fatto, ma sugli ex prigionieri inglesi pesava ancora  più forte il rischio di finire nelle mani dei tedeschi.

Aldo De Paulis – detto Maniscal –  aveva lavorato come locomotorista del trenino Decauville alla Cava Colombino ed era legato da sincera amicizia agli ex prigionieri. Per aiutarli il 19 settembre si recò a Castagnola, Rasco ed Arlezze. In quelle sperdute frazioni  ritrovò alcuni degli  inglesi e, insieme ad essi, si rifugiò in un rustico di proprietà di Augusto e Anna Margaroli.

Verso la metà di ottobre, per salvare i fuggitivi,  il De Paulis organizzò la prima avventurosa traversata verso la Svizzera. Con due degli ex-prigionieri si portò prima a Varallo, poi ad Alagna. Attraverso la Grand Alt, il Col d’Olen, la Capanna Gniffetti, il Colle del Lys e il Ghiacciaio del Grenz raggiunse Zermatt, finalmente in salvo. L’impresa fu ripetuta cinque o sei volte e, in questo modo, con l’aiuto del coraggioso Maniscal almeno dodici inglesi raggiunsero le sicure frontiere svizzere. In queste azioni Aldo De Paulis metteva  a repentaglio la propria vita e, di conseguenza, si meritò una segnalazione per una decorazione con medaglia d’argento.

Fotocomposizione

La popolazione solidarizza con gli inglesi e Aldo De Paulis abbraccia due ex-prigionieri. A destra un documento del Supremo Comando Alleato che esprime gratitudine ed apprezzamento per l’aiuto fornito ai militari del Commonwealth.

Le gesta di Aldo De Paulis non furono un fatto isolato. Altri ex prigionieri appartenti alle Forze Alleate raggiunsero infatti la Svizzera attraverso la Valle d’Ossola grazie alla complicità dei ferrovieri che riuscirono a farli salire clandestinamente sul treno nella stazione di Bettole. Sulle vicende  degli inglesi ci sarebbero infatti molti altri episodi ancora da raccontare…

Il sentiero degli inglesi (Englishmen track)

I luoghi del Monte Fenera in cui gli inglesi si rifugiarono sono ripercorribili attraverso il “Sentiero degli Inglesi”. Il tracciato si snoda nei comuni di Grignasco, Valduggia e Borgosesia: partendo dalla stazione di Grignasco,  vi fa ritorno dopo aver toccato i nuclei  frazionali di Ara, Colma, Maretti, Castagnola, Rasco, Fenera San Giulio, Fenera Annunziata, Cascina Cesare. La lunghezza è di cira 25 km. Il filo conduttore del percorso è documentato nel libro di Giorgio Nascimbene dal titolo “Prigionieri di Guerra”, un esempio di altruismo da riportare alla memoria soprattutto perché  generosità e solidarietà erano rivolte al “nemico”.

Pagina a cura di Tito Princisvalle – Impaginazione: Franco Gray

Bibliografia – Giorgio Nascimbene, Prigionieri di guerra. L’anabasi dei prigionieri alleati che nel 1943 fecero parte dei campi di lavoro nelle risaie vercellesi e dintorni, Villata, Società operaia di mutuo soccorso, 2004.

 

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