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Il suolo pullula di forme di vita. Vi troviamo gli organismi che hanno il compito di aggredire le sostanze organiche e di trasformale nuovamente in elementi che permetteranno alle piante di crescere: i resti del pasto degli animali, le loro deiezioni, le stesse parti morte delle piante diventeranno dunque una nuova risorsa. Ma la vita va ben oltre il sottile strato di suolo in cui le piante affondano le loro radici…
Il grillo campestre: una vita tra lo strato inferiore e superiore del suolo. I grilli neri (Gryllus gryllus) possiedono abbozzi di ali, ma non volano e nel corso della loro storia evolutiva si sono adattati a vivere tra l’erba e i cunicoli. Escono all’aperto in cerca di cibo (vegetali, insetti…) soprattutto sul calar della sera, quando si può udire il canto melodioso del maschio che – dalla primavera agli inizi dell’estate – cerca di attirare le femmine. La tana può spingersi nel suolo per una profondità di oltre trenta centimetri, ed è riconoscibile per il piccolo spiazzo ben pulito che ne caratterizza l’ingresso.
In viaggio nel profondo…
Il suolo è in genere catalogato in orizzonti che vanno dalla lettiera di superficie alla roccia madre. Nei primi orizzonti troviamo radici, ife fungine e una miriade di forme di vita che si aggirano nella lettiera formata dai resti dei vegetali e degli animali. Lì i batteri, i funghi e la microfauna provvedono alla decomposizione delle sostanze organiche e alla formazione dell’humus: il prezioso composto è ricco di acqua e di sostanze nutritive che permetteranno lo sviluppo delle piante. Più in basso le radici si insinueranno tra pietre, strati di terra e altri composti minerali: gli alberi sviluppano infatti radici che si diramano negli strati superficiali del suolo e radici che si spingono verso gli strati più profondi. L’ultimo orizzonte – quello delle rocce – è compatto e ormai privo di vita: lasciata la parte superficiale del terreno, stiamo ormai calandoci verso il sottosuolo.
L’illustrazione di Giambattista Bertelli porta a quanto avviene a livello del suolo. Lo strato superficiale mostra piantine di timo in fiore che attirano le farfalle: tra le radici e il pietrisco superficiale le formiche che utilizzano i resti organici le per nutrire le proprie larve rendono l’dea delle forme di vita che pullulano nei primi orizzonti di terra fertile…
Un sottile confine
Tra la luce del sole e il buio dei cunicoli
Fauna troglobia e fauna troglofila
Il buio dei cunicoli offre rifugio e protezione a parecchi animali. Alcune specie non abbandonano mai il buio del sottosuolo: vi nascono, vi si riproducono e sono pertanto definiti “fauna troglobia”. Sono invece definiti “fauna troglofila” quegli organismi che si rifugiano nel buio delle cavità solo in alcuni periodi della loro esistenza.
Fauna Troglofila – La fauna troglofila è ben rappresentata dalla salamandra della foto a lato: in questo caso possiamo parlare di una specie troglofila perché questi anfibi non vivono abitualmente nel buio delle grotte, ma ne gradiscono il buio e l’umidità per rifugiarvisi.
Le salamandre frequentano le cavità alla base degli alberi, i cunicoli e gli anfratti solo per sfuggire al secco e al freddo. Per il resto conducono un vita abbastanza riservata nel sottobosco umido, ma in caso di tempo umido o pioggia diventano attive ed escono allo scoperto. Le troviamo inoltre presso le sorgenti e nei ruscelli puliti quando fanno ritorno all’acqua per la riproduzione.
Le larve detritivore
Le larve dei Coleotteri detritivori trasformano i residui vegetali in ottimo terriccio. Se, nei vostri giardini, crescono belle piantine molto spesso ciò è dovuto alle larve di Cetonia che vivono nel suolo. (Segue)
C’è un “trucco” per invogliare le cetonie a deporre le loro uova nei vostri vasi (Continua, pagina in costruzione)
Articolo in costruzione: vi si raccolgono informazioni sulle forme di vita che popolano il suolo e che si spingono fin nella profondità delle caverne, o delle vecchie miniere abbandonate.
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