Raganelle: le piccole rane che annunciano la pioggia. Le Raganelle vivono negli angoli umidi del sottobosco e lungo gli argini dei corsi d’acqua, ma possono essere presenti anche negli orti e nei giardini. Si arrampicano con facilità, per cui possiamo sentire  i loro insistenti richiami amorosi anche tra le fronde degli arbusti.  Con il loro canto  annunciano che il tempo sta per cambiare e, in effetti, spesso approfittano delle pozze generate dalla pioggia per accoppiarsi e deporre le  minuscole uova nell’acqua tiepida…

Raganelle, accoppiamento, ruscello (Foto: Franco Gray)

Raganelle in accoppiamento. Sullo sfondo: un  ruscello dall’acqua pulita (Fotoelaborazione: Franco Gray)

Fotocomposizione in alto: un tranquillo ruscello in un bosco umido e fresco: luogo ideale per la riproduzione delle raganelle…

Hyla arborea, risaie del vercellese

Raganella adulta. Risaie del Vercellese (Foto: Franco Gray)

Questo articolo tratta della raganella comune, i noti Anfibi del genere Hyla.  Presenti nelle risaie lungo i  fossati,   tra i boschi e le coltivazioni, da qualche anno a questa parte è possibile trovarle – a macchia di leopardo –  anche nelle zone relativamente umide della Bassa Valsesia: la presenza di qualche pozza d’acqua in cui deporre le uova è importante per la sopravvivenza e  il successo della specie.

Dalle risaie alle colline – Come le raganelle abbiano lasciato la “Bassa” e siano salite sino alle colline non si sa: le uova potrebbero essere state trasportate dagli uccelli e probabilmente i cambiamenti climatici – che vedono inverni sempre meno freddi – permettono alla specie di superare il fattore limitante che un tempo era costituito dal gelo delle fasce pedemontane.

Nota – Sui  “ritorni” delle specie scomparse  e sulle colonizzazioni di ambienti nuovi da parte di specie prima assenti il discorso merita ben altri approfondimenti e non può certo risolversi con le definizioni che distinguono gli “alloctoni” dagli “autoctoni”.

Vita di raganella  

Le raganelle (tra le varie specie: Hyla arborea, Linneo 1758) sono note per i richiami dei maschi che, dalla primavera a  buona parte dell’estate,  precedono l’accoppiamento. I caratteristici gracidii – che emettono gonfiando la sacca vocale situata sotto la gola –  vengono spesso dai cespugli bassi in cui questi anfibi si arrampicano facilmente grazie alle zampe dotate di ventose. Le raganelle, in effetti, riescono a superare ostacoli lisci e verticali per cui, nel periodo riproduttivo, si possono rinvenire persino nelle vasche che – negli orti e nei giardini – raccolgono l’acqua destinata all’irrigazione.

Si legge in Grzimek:

[…] il maschio delle Raganelle è senza dubbio l’Anuro europeo dotato della voce più potente: le sue grida, che si susseguono con crescente rapidità, risuonano come “che… che.. che. cheche…”; se però due maschi vengono a trovarsi troppo vicini,  uno dei due emette un prolungato “crecrecrecrecere” evidentemente al fine di contrassegnare il proprio territorio […]  (Grizmek, Vol V pag 551)

Le raganelle sono cacciatrici di prede vive: la loro presenza può risultare provvidenziale in quanto  si cibano anche delle lumachine che rodono le foglie e di larve di insetti, senza escludere le neanidi delle cavallette.

Raganelle in accoppiamento  (Foto: franco Gray)

Raganelle in accoppiamento (Foto: franco Gray

L’accoppiamento e lo sviluppo dei girini

Negli ambienti freschi delle colline pedemontane la riproduzione delle raganelle ha inizio dopo le prime piogge di primavera. Gli accoppiamenti proseguono per tutta la stagione calda ma in genere l’istinto riproduttivo si ferma ad agosto: se le uova fossero deposte più avanti, in effetti, i girini non riuscirebbero a passare l’inverno…

La foto a fianco mostra due soggetti in accoppiamento ascellare e le diverse dimensioni che caratterizzano i due sessi: il maschio, che già sta avvinghiando la femmina gonfia di uova, è di taglia più piccola.  La ovodeposizione e la fecondazione avvengono nell’acqua,  con il fresco della sera o nelle giornate piovose. Le masserelle di uova – ben visibili nella fotocomposizione sotto –  non sono di grandi dimensioni, il numero di cellule-uovo in genere è abbastanza ridotto e la femmina provvede a fissarle a un supporto (vegetazione acquatica, legno, sassi…) poi – a operazione compiuta –  la stessa raganella potrebbe deporre altre uova a poca distanza dalle prime. Siamo a giugno, la temperatura sembra favorire lo sviluppo delle larve e i girini troveranno cibo sufficiente “brucando” tra i residui vegetali…

Raganelle: ovodeposizione contemporaneamente, la fecondazione

Raganelle nell’acqua: il momento della deposizione delle uova e della fecondazione (Foto: Franco Gray)

Foto in alto – Giugno – Le raganelle vanno in amore: ovodeposizione e fecondazione. La foto coglie il momento in cui la femmina depone  le uova nell’acqua  e il maschio le feconda irrorandole di liquido seminale. Siamo in presenza del processo noto come “fecondazione esterna” già descritto in Anfibi nell’articolo che distingue gli Urodeli  dagli Anuri. 

Vai a  Anfibi: Urodeli e Anuri

Raganelle: massa di uova, girini

Raganelle – Dalle uova ai girini (Foto: Franco Gray)

Girino con zampe posteriori (Foto: Franco Gray)

Sviluppo raganelle – Girino con zampe posteriori (Foto: Franco Gray)

Fotocomposizione in alto –  A sinistra nella masserella di uova attaccate a un residuo vegetale si notano le larve in formazione. Al centro un girino a pelo d’acqua, un altro esemplare che “bruca” tra la vegetazione sommersa. I girini – detritivori –  ripuliscono pietre e piante sommerse dalle alghe e dalle altre formazioni vegetali e gradiscono i resti dei piccoli invertebrati che finiscono nell’acqua.

La foto a destra  evidenzia la caratteristica del girino di raganella. Il colore chiaro con punti più scuri, insieme alle minori dimensioni, differenzia i girini delle raganelle da quelli dei rospi e delle rane (vedi Anuri). Altro tratto distintivo: la coda mostra una membrana che arriva fino al dorso. Al girino della foto sono già spuntate le zampe posteriori e presto compariranno anche quelle anteriori. In seguito il girino assumerà gradatamente i colori degli adulti, ma con sfumature più chiare. La coda  – come mostrano le immagini che seguono – si ridurrà sempre più e la piccola rana in formazione starà spesso a pelo d’acqua, su un supporto semisommerso.

L’umidità è un fattore ambientale fondamentale: quando le raganelle avranno  completato la metamorfosi  e lasceranno l’acqua dovranno trovare ambienti umidi che le proteggano  e che – nel contempo –  le nascondano ai predatori: in caso contrario – viste le dimensioni  (lunghezza: 3 o 4 cm) – le giovani raganelle potrebbero finire disidratate  o entrare ben presto –  come prede –   nelle catene alimentari…  

Dall’acqua alla terra

Nella fotocomposizione sotto: la perdita della coda e l’uscita dall’acqua…

Raganelle: dall'acqua alla terra

Raganelle: dall’acqua alla terra (Foto: Franco Gray)

Raganella - Verso la fine della metamorfosi (Foto: Franco Gray)

Raganella alla fine della metamorfosi (Foto: Franco Gray)

 

Con la perdita della coda i girini diventano adulti. Le tre foto mostrano il graduale passaggio dalla vita acquatica alla terra: in alto a sinistra la coda va ormai scomparendo e la giovane raganella  cerca di abituarsi alla respirazione polmonare pur restando in parte nell’elemento liquido.  A destra in alto:  alla raganella è rimasto solo un moncone di coda.

Nella foto a lato:  – La raganella, compiuta  la metamorfosi, utilizza le ventose presenti sulle zampe per superare gli ostacoli che la separano dal sottobosco fresco in cui andrà a vivere. Si riprodurrà tra un anno circa quando – all’inizio dell’estate – dai cespugli nei pressi delle pozze d’acqua si sentirà ancora il caratteristico cre-cre dei maschi che richiamano le femmine  gonfie di uova…

Bibliografia

Grzimek, Vita degli Animali – Bramante Editrice 

Nota – In Italia sono presenti altre specie di Raganelle e la loro catalogazione è oggetto di studio. Di conseguenza – reperite le immagini –  si potrà  procedere con nuovi articoli…

Testo e foto: Franco Gray (All’anagrafe: Franco Bertola)

 

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