Torrente Magiaiga – Per capire dov’è: Clicca qui (Articolo in espansione)
Riferimenti
Per raggiungere il basso corso del Magiaiga basta percorrere la strada che da Grignasco porta a Borgosesia. Al ponte della ferrovia, in località Mulino Janetti è ben visibile la deviazione per la frazione Ara di Grignasco. La pista che porta a Cava Colombino fiancheggia il torrente: un tempo era percorsa dal trenino a scartamento ridotto che raggiungeva la stazione ferroviaria di Grignasco. Cessata l’attività estrattiva, nel luogo della cava sono rimaste dei fabbricati e un vasto pianoro colonizzato da piante pioniere.
Da Cava Colombino il percorso prosegue prima costeggiando il Magiaiga e inerpicandosi poi fino al Giardino delle Grotte di Ara, una delle tante località affascinanti del Monte Fenera…
Inverno: piante verdi
La “Lingua cervina” (Phyllitis scolopendrium) è una felce sempreverde della famiglia Aspleniaceae. Come mostra la foto, cresce spontanea lungo le sponde del torrente: in effetti questa pianta prospera nei luoghi umidi, sui suoli basici originati dalla disgregazione delle delle rocce carbonatiche del Monte Fenera (Foto: Renzo Calvi)
Verso la primavera… La risalita del torrente Magiaiga continua alla fine dell’inverno, a partire dal tratto inferiore. Lungo le sponde e ai lati della pista, troviamo una ricca fioritura…
Lasciata Cava Colombino si può procedere agevolmente lungo le due sponde del torrente. Dalla sponda destra, grazie all’assenza di fogliame, in inverno si intravedono le prime costruzioni della frazione Ara. Presso il greto, compaiono i resti di alcune opere idrauliche; la sponda sinistra fiancheggia invece ripide pareti calcaree e zone boscate. Il percorso non presenta difficoltà, le sponde offrono scorci incantevoli e si notano le tracce degli animali che le frequentano.
Estate…
Lungo il Magiaiga si notano i resti di opere idrauliche ormai abbandonate e si procede senza alcuna difficoltà. Poche centinaia di metri dopo Cava Colombino, superato il vecchio acero capitozzato della foto, il sentiero abbandona il corso del torrente: lasciata la zona umida si inerpica risalendo i fianchi del monte.
Dal greto del torrente alla frazione Ara: il sentiero
Arrivati nei pressi di una cascata, la risalita del Magiaiga diventa difficile. In mancanza di adeguata attrezzatura, occorre lasciare le rive del torrente e, dalla sponda sinistra, inerpicarsi lungo i fianchi dell’altura seguendo il sentiero: il cammino prosegue dunque nel bosco, tra le rocce calcaree. Lasciata la zona umida si notano ornielli e roverelle e nel sottobosco al pungitopo si aggiungono i ginepri.
Lungo il percorso troviamo i segni lasciati nel terreno dai cinghiali e le sommità degli arbusti brucate dai caprioli. Nei tronchi dei vecchi alberi nidificano le cince , nei punti riparati e nascosti del terreno i pettirossi. I cespugli offrono riparo e protezione alle specie che costruiscono il nido a poche decine di centimetri dal suolo e sui grandi alberi – insieme agli intrecci di rametti dei nidi delle ghiandaie – si possono scorgere i ripari arrotondati costruiti dagli scoiattoli.
Le cavità che si sono formate nella roccia calcarea offrono invece ripari sicuri a volpi e tassi.
Seguendo il sentiero del bosco dopo numerosi tornanti si incontra infine la pista che conduce sia verso Ara che verso alcuni nuclei abitati sparsi. Svoltando a sinistra si ritorna al torrente, tra i ponti e le cavità naturali della località “Giardino delle Grotte”.
Pagina a cura di Franco Bertola (Pen name: Franco Gray)
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