Sant’Agostino, anno 2012
Sulla sponda destra dell’invaso inferiore, durante la stagione fioriscono “le ninfee gialle”, meglio note come giacinti d’acqua ma di catalogazione (al momento) incerta. Nell’invaso superiore ad agosto sono state osservate almeno tre isole galleggianti di ninfee bianche. Si tratta di formazioni che galleggiano sull’acqua. Spostandosi molto lentamente, in pochi giorni raggiungono le opposte sponde.
Le ninfee del laghetto di Sant’Agostino pongono parecchi interrogativi. Come ci sono arrivate? Per i giacinti d’acqua si può ragionevolmente credere che siano finiti nell’invaso grazie agli uccelli migratori che ne frequentano le sponde. Per le ninfee bianche il discorso è invece diverso: qualcuno ve le ha portate e ne ha favorito l’attecchimento. Stando ai racconti ascoltati il 14 ottobre durante un’escursione organizzata dal Gruppo Supervulcano della Valsesia, si è infatti potuto scoprire che alcuni anni fa tre rizomi di ninfea, ancorati con legacci vegetali, furono sistemati presso i punti più remoti e quasi inaccessibili della sponda destra. L’operazione ha avuto successo, ma questa è soltanto una della tante storie ascoltate quel giorno: le altre sono ancora da raccontare…
E come sono arrivati fin lassù i pesci che ne popolano le acque? Si tratta di specie ittiche non presenti negli altri corsi d’acqua della valle e, oltre alle tinche, si possono notare pesci presenti a quote più basse, dove l’inverno è meno rigido.
Pagina a cura di Franco Gray
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