Ricerche

   Raccontiamo le nostre ricerche sul campo. Per parlare degli “altri” abbiamo pensato di studiare gli ultimi pastori che operano nelle vallate dell’Italia settentrionale, e precisamente di quelli che si muovono tra il Monte Rosa e le pianure. Dove ci porterà il nostro viaggio tra di loro  non lo sappiamo. Certamente andremo per monti e per valli e raggiungeremo qualche sperduto alpeggio ma… scopriremo anche nel boschetto vicino a casa qualcosa di interessante da raccontare? Per ora, ci accontentiamo di qualche resoconto in forma di diario e sul futuro non possiamo scommettere: non siamo maghi e non sappiamo dove approderanno le nostre ricerche.

Pastore che comanda i cani

Alex chiama i cani perché spostino il gregge. Le capre e alcune pecore troppo ardite si stanno portando verso la strada provinciale: sulla scarpata l’erba è più verde ma… un metro più il là sfrecciano le automobili (Foto: Franco Gray)

 

4 gennaio 2013, venerdì

Un po’ di tempo fa – era il 4 gennaio 2013, di venerdì – sulla strada che da Novara conduce verso la Valsesia ho incontrato una mandria con asini, muli, bovini, capre e pecore di diverse razze e incroci. Il pastore che la dirigeva era un tipo simpatico: quando capì che non ero lì per fargli perdere tempo o per fare le solite foto-ricordo diventammo amici. Perché per diventare amici, o nemici, non ci vuole molto: a volte basta guardarsi negli occhi.   Quando ci lasciammo, il pastore disse di chiamarsi Alex e mi lasciò il suo numero di cellulare: “Vieni a trovarmi ancora, se vuoi. Mi chiami, ti dico dove sono e potrai raggiungermi facilmente”. 

 

 

10 gennaio  2013, giovedì

Inizia una ricerca  di gruppo sulla vita dei pastori delle nostre valli. Alex è informato  e decide di collaborare: per prima cosa mette in braccio un agnello a una giovane esponente del gruppo di ricerca.  Non siamo degli sprovveduti: molti  di noi sono nati e cresciuti in campagna, altri hanno seguito i nonni e i famigliari per i campi. Per fare un buon lavoro di ricerca è importante  essere accettati dalla formazione sociale con cui si vuole entrare in contatto. Occorre insomma essere riconosciuti come “uno dei loro”.

Alex, una ricercatrice,  un agnello

Vai a  La mandria di Alex

 19 febbraio 2013, martedì

pastore con capretti

Al lavoro dopo i numerosi parti. I capretti nati da poco saranno custoditi per la notte in un recinto elettrico, insieme alle madri. Roky, il cane più  tranquillo, pare voler dare una mano al padrone… (Foto: Franco Gray)

Martedì 19 febbraio Alex stazionava tra Fara e Barengo: l’ho trovato sulle colline con le sue bestie  che sfruttavano quanto potevano  trovare tra gli incolti ai margini delle vigne. Ero solo, avevo un po’ di premura, ma in poco tempo ho potuto raccogliere parecchie informazioni da elaborare con calma. Certamente la vita del pastore non è tutta rose e fiori e, ancora una volta, ho avuto l’impressione che la burocrazia sia un’arma terribile. Si tratta solo di un’impressione? Non lo so. Ciò che è certo è che, per parlare con cognizione di causa, occorre raccogliere dei dati ed alaborali: un conto sono le sensazioni, un altro conto sono i fatti reali. Aggiungere che non sempre esiste una realtà oggettiva e che spesso… ciò che noi giudichiamo valido o non valido, vero o falso, bello o brutto è il risultato della nostra dimensione culturale.

Intanto, mentre mi pare di capire che, anche nel campo della pastorizia, si stia facendo molto per creare nuovi ostacolia a chi lavora, prendo atto che la mandria di Alex cresce.

 Franco Gray  (All’anagrafe: Franco Bertola)

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