Alle pendici del Monte Fenera, in frazione Fenera San Giulio si può ammirare una razza bovina inusuale nelle nostre zone: la Highland Cattle. Si tratta di tre femmine adulte e di un vitellino incontrati per la prima volta in estate mentre pascolavano tra gli spazi incolti e i prati punteggiati di meli ormai assediati dalla vegetazione spontanea. Il piccolo seguiva la madre e questa lo teneva d’occhio senza allontanarsi dagli altri componenti della piccola mandria. A prima vista quegli strani bovini ci sono sembrati molto adattabili: li abbiamo visti mangiare tranquillamente le foglie degli arbusti, persino i germogli dei rovi, per non parlare delle mele acerbe cadute al suolo. Di piccola taglia, con un lungo pelo dalle varie sfumature del marroncino o dal nero corvino, allungavano il collo per cercare di raggiungere i frutti pendenti dai rami. Per nulla spaventati dalla nostra presenza si lasciavano fotografare, preoccupati ed occupati solamente dalle leccornie che li circondavano. Incuriositi, abbiamo voluto conoscere meglio la loro storia e l’abbiamo chiesta al loro proprietario.
Giuseppe Gallo ama la Scozia.
La ama al punto tale da possedere una ricca raccolta di materiali provenienti da quel Paese, dai cappelli ai kilt in diversi tartans. Egli è solito incantarsi di fronte alle immagini delle aspre montagne, delle brughiere coperte di erica, dei laghi misteriosi, degli oscuri castelli e degli spazi sconfinati ma… il suo cuore batte più forte per alcune lande selvagge: le Highlands, le Terre Alte a nord del Paese, ricche di montagne maestose e di antiche foreste dove vivono le caratteristiche piccole mucche dalle ampie corna, con dolcissimi occhi che si intravvedono a malapena tra un folto e lungo pelame. Ed è stato così che a Giuseppe, detto Beppe, un’idea ha cominciato a frullare in testa e ne ha parlato con i Guardiaparco del monte Fenera che lo hanno incoraggiato a realizzarla. L’impegno sarebbe stato molto gravoso ma, per fortuna, conclusa la carriera di bancario e raggiunta la pensione, Beppe ha incontrato Beppe Solimena appassionato e grande conoscitore di bovini. Ottenuta la promessa di un suo aiuto, sono così partiti per la nuova avventura: ricreare una piccola parte di Scozia ai piedi del Fenera in un territorio ormai incolto e lasciato al suo destino.
Circa un anno fa, a Sampeyre, in un rinomato allevamento di Higland Cattle, Beppe comprava i primi due capi e dal cuneese , li trasferiva alle porte della Valsesia. Sicuramente gli inizi furono più impegnativi di quello che egli pensava: il carattere “libero” degli animali si è manifestato sin dal primo tentativo di metter loro un campanaccio al collo e… se Beppe provava ad avvicinarsi con i collari in mano questi cercavano di tirargli dei calci. Il risultato? In nessun modo egli è ancora riuscito, dopo tanto tempo, a sentire un solo scampanio nei suoi prati.
Le Higlands sono decisamente di carattere determinato. Anche cercare di affiancar loro un cane che le guidasse non è stato possibile, così il proprietario ha escogitato nuove strategie per farsi ubbidire. Se non vogliono seguirlo prende una mela e la fa vedere alla golosa capobranco che, per ottenerla, lo tallona ovunque egli vada, sempre accompagnata dal resto della mandria.
Con il passare del tempo Sissi, Heidi, Blackie ed il piccolo Jarno, detto Pippo, si sono affezionati al padrone al punto tale che quando lo vedono arrivare gli corrono incontro festosi e dimentichi della loro mole. Per fortuna, fermandosi di colpo all’ultimo minuto, riescono a non farlo cadere e, certamente in segno di gratitudine per le cure che ricevono, lo leccano affettuosamente. Anche Beppe ora non rinuncerebbe alla loro compagnia, egli riesce a riconoscere uno per uno i suoi animali e le loro esigenze dal suono dei diversi muggiti.
Ma affezione e docilità vengono riservate solo al padrone ed “all’uomo che parla con le mucche”, il signore che lo aiuta ad accudirle. A loro è accordato il privilegio di vederle “danzare”: infatti quando sono felici le piccole mucche dalle lunghe corna saltano volteggiando e avvitandosi su sé stesse. Ma se un estraneo cerca di avvicinarle senza le dovute precauzioni quelle masse pelose si trasformano e ritrovano lo spirito selvaggio delle lontane terre scozzesi: scalciando come i muli, mostrano di non gradire la presenza di sconosciuti.
Nella sua fattoria, Beppe aveva pensato di creare un riparo per l’inverno ma le Highlands disdegnano il ricovero e preferiscono starsene all’aperto, gioendo della pioggia e del freddo che ricorda loro le terre d’origine. È loro d’aiuto il pelo: cresce in doppio strato, è fortemente impermeabile, fa scivolare via l’acqua piovana, e d’inverno diventa ancora più folto. Al riparo resta così solo il panico, ovvero il fieno di pianura di cui sono golosissime. D’estate invece questi bovini, mentre si nutrono di ogni sorta di vegetale, cercano il fresco nel sottobosco ed amano bagnarsi spesso le zampe.
Il signor Gallo ha ultimamente acquistato Maja, un’altra Highland che arriverà presto: è gravida, partorirà sul Fenera e, brucando con le sue compagne contribuirà alla bonifica del territorio ma… l’intraprendente Beppe non vuole fermarsi qui, ha mille idee che desidera concretizzare in un ben preciso progetto: il FENERA FOLD. Egli vuole infatti creare una vera e propria “fattoria didattica”, da utilizzare per insegnare ai bambini il rispetto dell’ambiente e per svolgere attività di recupero per le persone svantaggiate.
Per prepararsi al meglio alla realizzazione del proprio piano Giuseppe Gallo, il cui allevamento è iscritto alla “Highland Cattle Society”, si tiene informato leggendo specifici bollettini e riviste, partecipa inoltre a raduni cui intervengono da tutto il mondo allevatori ed amanti di questi bovini.
Il sito della Highland Cattle Society merita una visita
http://www.highlandcattlesociety.com/
Allevare le Highland
Impatto sull’ambiente: questi bovini tengono pulito il pascolo ed allontanano il cinghiale, sia perché esso teme le lunghe ed affilate corna sia perché non trova più cibo.
Riproduzione: di solito avviene in modo naturale e non sono necessari né l’inseminazione artificiale nè l’assistenza durante il parto.
Longevità: le Highland possono raggiungere i 25 anni di età. Sulle loro corna ogni anno si forma un anello.
Alimentazione: si cibano anche di erbe infestanti felci e piccoli arbusti, ma sono golosissime di mele e di fieno di panico. Occorre avere l’avvertenza di non dare loro del pane perché provocherebbe seri problemi.
Salute: sono animali molto robusti che non richiedono particolari interventi del veterinario. Sono necessarie solo le vaccinazioni contro la dermatosi. Una volta all’anno vengono lavati con the nero contro i parassiti.
Temperamento: docili con chi le accudisce , aggressive con gli estranei.
Le madri sono molto protettive con i vitellini (attaccano persino i lupi per difenderli) ma severe: richiamano i piccoli se si allontanano troppo.
Utilizzo: generalmente questa razza viene allevata per la carne, apprezzata per il gusto e il contenuto basso di colesterolo e alto di proteine, ma… Beppe ha deciso che tutti i suoi capi termineranno la loro esistenza per cause naturali e non certo come carne da macello
Impegno necessario: è necessario un sia pur sommario controllo tre o quattro volte al giorno per assicurarsi che gli animali abbiano acqua sufficiente (in estate ne bevono anche 50 litri al giorno a capo) e per verificare eventuali uscite dal recinto. Le mele altrui potrebbero infatti sembrare migliori di quelle a disposizione e l’erba delle zone vicine potrebbe apparire più verde. Tutto ciò potrebbe far cadere in tentazione i pur frugali bovini Highland…
Articolo a cura di Silvana Mazza, Daniela De Ambrosis, Tito Princisvalle, Franco Bertola (Pen-name: Franco Gray). Gruppo “LE FALISPE”
A proposito del Monte Fenera vedi anche:
Lungo le sponde del Torrente Magiaiga
Cava Colombino e i prigionieri di guerra inglesi