Al calar della sera – Quell’estate, quando calavano le prime ombre della sera noi – i cacciatori di immagini – ci addentravamo nei boschi. Per raggiungere i luoghi delle nostre precedenti osservazioni e “scoperte”, lasciavamo ben presto i sentieri e raggiungevamo ora le sponde di un ruscello, ora una catasta di legna abbandonata da anni, ora la tana che sembrava abitata. Lì, in silenzio, posavamo le nostre foto-trappole, le testavamo e le mimetizzavamo. Passavamo a ritirarle la mattina seguente ma talvolta – e solo se il luogo non era frequentato da altri esseri umani – le lasciavamo per almeno un paio di giorni. Tornati a casa e scaricate le immagini, sullo schermo del computer appariva di tutto, e non solo ciò che avevamo immaginato… (Testo tratto da un mio racconto di prossima pubblicazione)
Caprioli
Fotografare i caprioli non è difficile: al calar delle tenebre per raggiungere i luoghi in cui pascolano percorrono gli esili sentieri che essi stesso tracciano nei boschi. In inverno sono ghiotti di verde: se si lascerà al suolo il ramo di un albero ricoperto di edera possiamo stare certi che i caprioli lo ripuliranno nel giro di un paio di notti.
In primavera la presenza dei caprioli è resa nota dai ricacci mangiucchiati della fitolacca, dagli arbusti cimati e dai resti dei teneri germogli di rovo di cui si sono cibati.
Cervi
I cervi, così come i caprioli, frequentano i prati stabili e le radure. A volte – ma solo nelle zone protette – si possono incontrare anche di giorno e lungo le strade carrabili.
Tassi
Dalle mie parti – e mi riferisco alle colline delle zone pedemontane della bassa Valsesia – i tassi sono tra i più attivi “signori della notte”. La loro presenza è rivelata dalle buche poco profonde che scavano qua e là per estrarre le larve dal terreno: nelle zone ricche di humus la loro presenza è rivelata dagli scavi di circa cinque centimetri di profondità e con un diametro equivalente. Le loro “latrine” scavate nel terreno in genere sono poste nelle vicinanze delle tane, hanno dimensioni maggiori e racchiudono i loro escrementi.
Volpi
Abitudini – Le volpi sono grandi camminatrici, nelle zone protette si possono incontrare anche di giorno ma… attorno alle abitazioni preferiscono muoversi nel cuore della notte. Le loro abitudini sono illustrate nell’articolo dedicato alle Volpi
[…] Una ventina di minuti di cammino su un sentiero accidentato, tra pietraie e alberi. La tana della volpe si trovava ai piedi di una grande ceppaia, tra alcuni grossi massi precipitati dalle pareti quasi a picco. Si era alla fine di luglio: “… i volpacchiotti nascono sul finire dell’inverno, ora sono già grandicelli e giocano davanti alle tane, escono anche di giorno ma ancora non si allontanano”. Eravamo davanti alla galleria più utilizzata: “Come vedete – spiegò ancora il Barba – attorno all’ingresso principale non ci sono né foglie né rametti, e neppure pianticelle: è la prova che qui ci vive una intera famiglia. I cuccioli raspano, saltano, si azzuffano e così facendo fanno terra bruciata. […] (Tratto da Da Pian dl Lago, un racconto tra Natura e Cultura – Franco Gray, Amazon, 2022)
La faina del torrente segreto
[…] Poco a monte dal punto in cui il torrente era guadabile si notava una sorta di sentierino lasciato dal passaggio degli animali, tra questi sembrava di vedere orme di capriolo, ma le recenti piogge le avevano in parte cancellate. Per avere idea di chi passasse da quel luogo segreto lasciammo – bene in vista su di un masso – le bucce di una mela e un boccone di carne: “… domani vedremo se si tratta di erbivori o di carnivori, o se da qui passano sia gli uni che gli altri”, dissi al mio giovane accompagnatore. La mattina seguente i brandelli di carne era spariti, di conseguenza piazzammo la foto-trappola e scoprimmo che il guado era frequentato – tra l’altro – dalla faina della foto sotto… (Testo tratto da un mio racconto di prossima pubblicazione)
Intorno ai grandi alberi
I grandi alberi sono il luogo ideale per piazzare le foto-trappole: offrono infatti ospitalità agli uccelli e ai piccoli roditori. Dove ci sono i consumatori primari (arvicole, larve del legno, uccelli frugivori…) troviamo i loro predatori e – molto frequentemente – i tassi.
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Frutti selvatici maturi
I frutti selvatici del corniolo (vedi foto in alto) sono molto appetiti sia dalle volpi che dai tassi. Si legge in un mio racconto:
[…] Sotto il corniolo l’erba era stata calpestata e quella mattina di agosto al suolo non si trovava un solo frutto: qualcuno nella notte si era fatto una scorpacciata di corniole. Vi ritornammo la sera e, dopo aver scosso energicamente la pianta per farne cadere i frutti maturi, piazzammo ben due fotocamere; la mattina seguente i nostri marchingegni ci mostrarono la presenza dei tassi e delle volpi che avevano integrato la loro dieta con le succose corniole…
All’avvicinarsi dell’autunno nei boschi maturano le castagne: vi potremo scovare i piccoli roditori che se ne cibano e i loro predatori…
Gatti selvatici, rinselvatichiti, vagabondi…
In questo articolo si accenna solo ai gatti rinselvatichiti: inutile e fuori luogo (per ora) soffermarsi sui gatti domestici che frequentano i giardini. Nei boschi le foto-trappole hanno documentato la presenza di gatti: alcuni – ad un sommario esame visivo – sembrano incrociati con i (rarissimi!) gatti selvatici che ancora vivono negli angoli più nascosti dei boschi. Il discorso va approfondito, così come i comportamenti di questi piccoli mammiferi. Quando, ad esempio, sullo sfondo delle immagini catturate si notano gli occhi di un selvatico il gatto ritratto in primo piano scompare rapidamente di scena. La loro presenza pone parecchi interrogativi: i gatti rinselvatichiti sopravvivono in natura? Sono temibili cacciatori? Per esperienza personale posso dire che in una remota località collinare ho notato un riparo (gestito da una associazione) e destinato ad una colonia felina protetta e che, in quella zona, circolava un numero di animaletti e di piccoli volatili paragonabile ai luoghi dove non avevo notato la presenza di felini. Premesso che la colonia in questione è alimentata da volontari, a mio parere gli uccelli hanno imparato ad evitare gli agguati dei gatti e ben pochi finiscono nelle loro grinfie.
Note e riferimenti
Dispongo di diversi marchingegni di rilevamento. Alcuni, sofisticati e collegabili alle reflex, danno immagini nitide; altri (si tratta di apparecchi acquistabili a buon mercato…) rivelano comunque presenze insospettate e comportamenti che aiutano a capire le dinamiche del bosco. Le foto-trappole mostrano infatti gli aspetti della vita segreta degli animali: chi avrebbe mai detto, ad esempio, che un verzellino arrivasse ad imbeccare i nidiacei di una capinera? O che l’allocco – il noto cacciatore della notte – potesse accontentarsi anche di becchettare pure con i resti dei pasti dei carnivori? A mio parere il discorso merita di essere approfondito.
L’immagine in basso è una foto-elaborazione che ha il solo scopo di attivare la fantasia. In realtà gli animali qui riprodotti sono stati fotografati in tempi e luoghi diversi.
Testo e foto: Franco Gray (All’anagrafe: Franco Bertola)
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