Dove l’aria e l’acqua si incontrano – Tra l’aria e la superficie liquida troviamo la cosiddetta “fascia di transizione”, ovvero il punto d’incontro tra il mondo sommerso e ciò che si muove fuori dall’acqua. Qui la tensione superficiale presente tra acqua e aria viene utilizzata dalle forme di vita ora galleggianti ora parzialmente sommerse. In molti casi la sopravvivenza è assicurata da un rapporto costante tra quanto sta sotto il pelo dell’acqua e l’aria: le immagini della ranatra, del girino e delle zanzare che respirano a pelo d’acqua sono significative. In altri casi (vedi foto della biscia) la superficie liquida è invece utilizzata per rapidi spostamenti…
A lato – La tavola – di Gianbattista Bertelli – illustra i principali Rincoti che frequentano gli stagni. Osservabili tra la superficie dell’acqua e le piante che popolano le acque tranquille possiamo notare: A > Gerride – B > Hidrometra stagnorum – C e D > Notoneta glauca – E > Nepa cinerea – F > Ranatra linearis.
L’autore, nella didascalia della tavola spiega che si tratta di Insetti che possono muoversi sull’acqua sfruttandone la tensione superficiale; “[…] altre specie che vivono nell’elemento liquido respirano attraverso un lungo sifone respiratorio il cui apice viene portato a pelo dell’acqua” – Vedi, ad esempio, la Ranatra linearis (F).
Tra acqua e aria – Siamo in presenza di un mondo parzialmente sommerso popolato da animali che possono muoversi tra l’elemento liquido e la terraferma: gli Insetti rappresentati nella tavola a lato, ad esempio, sono dotati di ali che permettono loro di abbandonare l’elemento liquido per cercare nuovi specchi d’acqua da colonizzare…
Piante e animali
Foto in basso– A sinistra: un gerride. Seguono un girino di raganella, due ranocchie sulla ninfea galleggiante (si tratta di una varietà coltivata) e una biscia d’acqua.
L’insetto (il gerride) “scivola” silenziosamente sulla superficie dell’acqua; sull’apparato boccale del girino si nota invece una bolla d’aria. La ninfea, ancorata al fondo con le proprie radici, fiorisce tra le foglie galleggianti e fornisce una valida piattaforma alle ranocchie appena metamorfosate. La biscia “scivola” sulla superficie dopo aver cercato, sul fondo dello stagno, le prede di cui si nutre.
Ninfee – Le ninfee: piante specializzate a vivere tra acqua e aria, coltivate per la loro bellezza. Se ne conoscono malte varietà e nei laghetti in genere sono poste a dimora in grandi vasi posati sul fondo. Da lì i fusti cresceranno rapidamente mostrando grandi foglie galleggianti e fiori di parecchie tonalità.
La ninfea bianca (Nimphaea alba) è catalogata tra le piante idrofite radicanti: in effetti mostra i rizomi affondati nel fondo degli specchi d’acqua a lento scorrimento in cui vive. Altre piante legate all’acqua sono definite natanti perché libere di muoversi in superficie: le loro radici pendono infatti dalle foglie galleggianti e cercano le sostanze nutritive direttamente nell’acqua.
In Valsesia alcune ninfee bianche presenti nel lago di Sant’Agostino (Valsesia, tra Quarona e Roccapietra) cambiano spesso di posizione. Un paio di piante (introdotte artificialmente) si sono moltiplicate e ora troviamo raggruppamenti di ninfee che – spinte dal vento e dalla debole corrente – seguono il mutevole livello dell’invaso.
Fotocomposizione sotto – Lago di Sant’Agostino: in primo piano, tra le piante a pelo d’acqua, gruppi di ninfee bianche. Sullo sfondo e nell’inserto circolare: tappeti di Nymphoides peltata
Il Lago di Sant’Agostino – noto soprattutto per la riproduzione dei rospi – può essere considerato un laboratorio a cielo aperto. Il luogo, ricco di storia, già raccontato in vari modi da autori diversi e in epoche diverse, è diventato un Sito di Interesse Comunitario. L’ambiente è stato illustrato in altri articoli.
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Sant’Agostino: un lago, un libro
Altri articoli sul lago di Roccapietra e sulle forme di vita che vivono, si sviluppano, si riproducono e predano tra terra e acqua sono in corso d’opera.
Foto a lato – Una vespa che preda in superficie. Appena sotto il confine tra aria e acqua una raganella ha deposto le uova attaccandole allo stelo di una pianta acquatica. La vespa cerca di ghermire i primi girini che ne escono o almeno le larve acquatiche che si aggirano intorno alle mucillaggini in cerca di cibo. La superficie dell’acqua brulica di forme di vita che, mentre la “bucano”, mettono in comunicazione il mondo sommerso con quello che ne emerge.
Bibliografia
Flora della Valsesia, Mario Soster – Blu Edizioni, 2008
La flora acquatica, Consorzio Piemontese acque del Ticino – S.d.
Foto in basso – La tensione superficiale fornisce una effimera base d’appoggio: nella foto sotto (di Ilario Zuccolo) una Berta minore che si alza in volo.
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Nota – Per la pubblicazione delle immagini questo sito chiede sempre l’autorizzazione agli autori. La pubblicazione della tavola del fu Gianbattista Bertelli è stata autorizzata dal figlio Aldo; un ringraziamento a quanti forniscono la loro collaborazione.
Fonte delle illustrazioni: tavola di Gianbattista Bertelli – Foto Ilario Zuccolo, Franco Gray
Franco Gray (All’anagrafe: Franco Bertola)
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