Specie alloctone: piante e animali che sono tra di noi, ma che vengono da altre parti del mondo. Obiettivo: conoscerle meglio con una serie di di foto e di osservazioni. In questo articolo: i parrocchetti dal collare (Psittacula krameri)
La fotocomposizione in alto mostra una coppia di parrocchetti alla fine dell’inverno e – a destra – un parrocchetto nei pressi della cavità dell’albero in cui si appresta a nidificare. Foto scattate in un parco cittadino dell’Europa Centrale, primavera.
I parrocchetti dal collare: osservazioni personali
Nei parchi urbani – Seguo la vita dei parrocchetti da tempo, ma devo premettere che le mie osservazioni si sono svolte per intero in un grande parco dell’Europa Centrale o nelle sue adiacenze. Poiché i “pappagallini” in questione in quell’isola felice convivono pacificamente con le altre specie, devo confessare che proprio non capisco gli allarmismi che leggo sui social e in vari articoli scientifici: annoverati tra gli uccelli più ingordi, bollati come ladri di frutta, sono accusati di osteggiare parecchie altre specie di uccelli. Non mi pare proprio: al limite i parrocchetti in questione potrebbero contendere lo spazio agli altri volatili di media taglia che nidificano negli alberi cavi, ma gli storni e i picchi da me osservati durante la stagione riproduttiva avevano alloggio poco distante dai loro chiassosi vicini di albero. E per quanto riguarda la dieta… devo dire che in genere i parrocchetti cercano cibo sugli alberi alti, quindi poco graditi agli altri uccelli frugivori che – per paura dei rapaci – preferiscono trovare ristoro nascosti tra le fronde a poca distanza dal suolo…
Un tasso carico di arilli e i parrocchetti dal collare che si nutrono di germogli (Foto: Franco Gray)
I parrocchetti sulle piante di tasso – I parrocchetti da me fotografati nei parchi urbani della Germania sono golosi sia dei germogli che dei corpi riproduttivi (arilli) che crescono sulle piante dei tassi: attorno convivono – apparentemente senza grossi problemi – diverse specie di uccelli autoctoni, ciascuno nella propria nicchia ecologica. Come mostra l’immagine che segue, le opportunità offerte dal grande albero sono utilizzate in modo diverso a seconda delle necessità delle varie specie di uccelli che vi si aggirano. Difficilmente un piccolo insettivoro ne frequenterà la sommità ed è abbastanza raro che un parrocchetto scenda al suolo per cercare cibo tra le foglie. In primavera, anche la nidificazione avverrà in modi e luoghi diversi da specie a specie: negli anfratti del suolo e tra i cespugli troviamo infatti i piccoli insettivori, nei rami bassi i caratteristici nidi a coppa dei merli, dei tordi, delle capinere e delle bigiarelle. Seguono – poco più in alto – le ghiandaie, le tortore, i colombacci e gli altri uccelli che depongono le uova in fragili nidi di rametti intrecciati. Se sorgono problemi di predazione o di possesso del territorio… le dispute avvengono, in genere, tra soggetti diversi dai parrocchetti.
Alberi, parrocchetti dal collare e altri uccelli: un condominio di più piani
Nidi nei tronchi – Le piccole cavità dei tronchi sono utilizzate dalle cince e non sono adatte agli uccelli di dimensioni maggiori. Le cavità più ampie possono essere occupate dai parrocchetti, dai picchi e dagli storni: in questo caso potrebbero sorgere conflitti, ma i parrocchetti in genere preferiscono nidificare nelle cavità degli alberi più alti…
La foto a destra mostra il diametro utile – quello strettamente necessario – per la nidificazione dei parrocchetti. Riguardo alla nidificazione, non vedo concorrenza tra i parrocchetti dal collare e i piccoli insettivori: le cince si accontentano infatti di fori del diametro di circa trenta millimetri dove i parrocchetti per certo non possono entrare; gli adattabili passeri preferiscono invece le cavità parzialmente aperte. Per i pettirossi il discorso cambia: in genere nidificano nei piccoli anfratti delle scarpate, con nidi aperti costruiti – specie agli inizi della bella stagione – quasi a livello del suolo. Altrettanto dicasi dello scricciolo: in genere poggia il proprio nido tondeggiante su un supporto celato tra le fronde basse e ben riparate, o sfruttando piccole cavità di muraglie e balze.
La concorrenza per il nido potrebbe avverarsi però nei confronti dei picchi e degli storni, ma i primi sanno adattare i vecchi tronchi alle loro esigenze e i secondi – com’è noto – sono in grado di sfruttare tutte le opportunità… comprese quelle alimentari.
Concorrenza alimentare?
Una mangiatoia e i suoi ospiti. Nell’ordine: cinciallegra, cinciarella, passero, parrocchetto (Fotocomposizione: Franco Gray)
Cibo – Riguardo al cibo lasciato nelle mangiatoie si può parlare di concorrenza dei parrocchetti nei confronti di cince, passeri, pettirossi e di altri piccoli uccelli autoctoni. Questi ultimi, quando in inverno scarseggiano gli insetti, cercano cibo nelle provvidenziali mangiatoie sistemate nei parchi cittadini e nei giardini. In genere nelle mangiatoie da me osservate le cince lasciavano il posto ai passeri e questi ultimi si allontanavano di fronte ai grossi parrocchetti. I piccioni domestici – e le rare specie di colombi selvatici osservate – si accontentavano invece degli avanzi: posati al suolo li vedevo raccogliere quanto cadeva dalle reticelle appese ai rami. In breve: sono presenti conflitti tra le varie specie, ma non ci ho ancora trovato nulla di preoccupante.
Parrocchetti, in Italia…
Nota – I parrocchetti che troviamo nei parchi urbani appartengono a specie ben distinte:
I Parrocchetti dal collare (Psittacula krameri): sono quelli che compaiono nelle mie foto di questo articolo. Originari dell’Africa e dell’Asia, si sono acclimatati in Europa. Nidificano nelle cavità.
I Parrocchetti monaco (Myiopsitta monachus): se ne parlerà in un prossimo articolo. Il loro Paese d’origine è l’America del Sud e sto cercando di reperire materiale fotografico in merito. Nidificano tra i rami degli alberi.
Una breve indagine basata su segnalazioni via Web rivela presenze di Parrocchetti in varie parti d’Italia. A volte sono amati, in qualche caso sono sopportati; il giudizio varia a seconda della zona in cui vivono e delle convinzioni di chi li ha osservati. Nei prossimi articoli – in gestazione – si tornerà sull’argomento, trattando anche il Parrocchetto di Alessandro (Psittacula eupatria) Per ora – fotografato in un parco romano da Stefania Iovine – ecco un Parrocchetto monaco (Myositta monacus) che si disseta in una pozza…
Prime conclusioni sugli alloctoni – L’elenco delle specie alloctone aumenta di giorno in giorno: alcune creano seri problemi, pertanto una analisi oggettiva del loro impatto ambientale si rende necessaria. Per ora – a titolo precauzionale e per calmare gli ardori di coloro i quali vorrebbero eradicarle senza se e senza ma – pare il caso di far presente che tutti i viventi modificano l’ambiente in cui si trovano e che il giudizio che se ne dà… potrebbe essere viziato da pregiudizi.
Alloctoni, autoctoni e impatto ambientale
Agli inizi della stagione calda, proprio come fanno i parrocchetti dal collare, il nostrano scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) si sta nutrendo di germogli. Danneggerà la pianta? Oppure – al contrario – il vorace roditore ne sfoltirà le nuove fronde permettendo ai germogli rimasti di prosperare vigorosi? Per certo rallegra chi – amante della natura viva – lo vede saltellare di ramo in ramo. Sembra di essere in presenza di una femmina gravida che presto costruirà il proprio rifugio di foglie e rametti su qualche grande albero… e la vita continua.
Franco Gray (All’anagrafe: Franco Bertola)
Alloctoni: ne abbiamo già parlato, ne parleremo ancora…
Vai a La poiana, i Parrocchetti e altri uccelli
Articoli già pubblicati sul tema “alloctoni”
In Catene alimentari e non solo:
cenni su: limacce rosse – e piralide del bosso –
In Scoiattoli, funamboli di foresta e di giardino: Lo scoiattolo americano –
Avvertenza – Il sito chiede agli aventi diritto l’autorizzazione alla pubblicazione dei testi e delle immagini – Tutto il materiale pubblicato resta proprietà degli autori e non potrà essere utilizzato da terze persone senza la loro esplicita autorizzazione.